Ci sono almeno tre, forse quattro modi diversi per creare provini a contatto, ognuno con i propri vantaggi. Quale è il migliore dipenderà da quali sono gli utilizzi necessari. Proveremo a spiegare brevemente cosa sono i provini a contatto e perché sono utili. Descriveremo quindi i vari modi e cosa possiamo imparare da ciascuno, usando alcuni negativi come esempi.
Un provino a  contatto è la sequenza dei negativi di una pellicola stampati direttamente su carta fotografica. I negativi vengono stampati non per ingrandimento, ma posizionandoli direttamente sulla carta – a contatto con essa.
Ci sono molte ragioni per creare provini a contatto. Ho elencato alcuni dei principali, perché penso che valga la pena riflettere sui motivi per realizzarli – che, a loro volta, determineranno quale tipo di provino a contatto dovremmo creare.
-Visione a colpo d'occhio di tutte le foto su un foglio, per scegliere quelle che desideriamo ingrandire e stampare.
-Per valutare l'esposizione e lo sviluppo: tutte le foto su un provino a contatto vengono stampate con la stessa impostazione, quindi gli errori di esposizione e sviluppo sono più facili da individuare.
-Come guida alla stampa: i provini a contatto possono darci indicazioni su come stampare singole immagini, ad esempio, di quanta esposizione o contrato potrebbero aver bisogno.
-Scopi archivistici: alcune persone archiviano il provino a contatto con i loro negativi, come un pronto riferimento a ciò che contengono.
Stampiamo adesso un provino con un filtro di contrasto 2 e diamo un'esposizione sufficiente per stampare le aree non esposte come punto di massimo nero.
Alziamo o abbassiamo l'ingranditore per proiettare un rettangolo di luce, un po' più grande del foglio di carta su cui stampiamo il provino a contatto finale (non c'è bisogno di mettere a fuoco l'obiettivo dell'ingranditore). Impostiamo l'obiettivo su f/8, filtro grado 2. Spegniamo l'ingranditore.
Tagliamo una striscia di carta fotografica da 7,5×1,5 cm. Con una penna a sfera, facciamo dei piccoli segni lungo un bordo a intervalli di 1,5 cm, sul lato dell'emulsione della carta. Questi segni serviranno da guida.

Posizionamento negativo e carta sotto al vetro

Mettiamo la carta, con l'emulsione rivolta verso l'alto, sul marginatore. Posizioniamo una striscia di negativi sulla carta, con l'emulsione rivolta verso il basso, posizionandola in modo che la parte superiore della carta (con i segni guida) sia scoperta. La parte inferiore della carta deve essere ricoperta in parte dal bordo non esposto del negativo e in parte dal negativo sviluppato. Posizioniamo delicatamente il vetro sopra a sandwich.
Usando i segni guida come riferimento, eseguiamo cinque esposizioni a intervalli, proprio come faremmo con una normale striscia di prova.
La striscia è stata esposta a f/8 per 5, 6, 8, 10 e 13 secondi con filtro 2.

Ecco il risultato: a 8 secondi ottengo una base del negativo non esposto con un nero completo

Sviluppiamo, fissiamo e laviamo la striscia come al solito. Lasciamo asciugare. A partire dal tempo più breve (5 sec nel nostro caso), cerchiamo il primo passaggio in cui la parte non esposta del negativo è nera come la carta (noto anche come nero massimo). Nel nostro caso, il nero massimo si raggiunge a 8 secondi. Questo ci dà il tempo di stampa standard o SPT.
Se la parte non esposta del negativo è al massimo del nero in tutti i passaggi, abbiamo un’esposizione troppo alta. Chiudiamo l'apertura di uno stop e ripetiamo l’esperimento.
Se non raggiunge mai il nero massimo, abbiamo l’obiettivo dell’ingranditore troppo chiuso. Apriamo di uno stop e ripetiamo.
Questo SPT, è valido solo per questo rullino. Dovremo ripetere il procedimento ogni volta che vogliamo un provino a contatto di un’altro rullino. La densità (o il grado di opacità) della pellicola non esposta dipende dallo stock di pellicola e, in una certa misura, anche da come è stata sviluppata.
Ora arriva la parte facile: Mettiamo i nostri negativi in ​​sequenza su un foglio di carta non esposto. Copriamoli con il vetro ed esponiamo al tempo SPT che abbiamo trovato(nel nostro caso, 8 sec a f/8). Sviluppiamo e laviamo il foglio come al solito.
Un proper proof – un provino stampato con tempo SPT e con filtro grado 2 – potrebbe non essere il più visivamente piacevole.
Potremmo scoprire, ad esempio, che il provino sembra troppo scuro (o troppo chiaro). E potremmo quindi essere tentati di utilizzare un tempo di esposizione più breve (o più lungo) per "risolvere" questo problema.
Ma ciò che significa veramente è che i negativi sono sottoesposti (o sovraesposti).
Oppure potremmo scoprire che il nostro provino sembra migliorare se usiamo un grado di contrasto inferiore (o superiore).
Ancora una volta, ciò che ciò significa veramente è che il rullino è troppo sviluppato (o sottosviluppato). Come un buon critico, inequivocabilmente ma senza giudizio, il provino ci dice cosa abbiamo fatto bene e cosa abbiamo sbagliato durante lo scatto o lo sviluppo.

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