Tutti noi conosciamo l’utilizzo della fotografia nella sua forma digitale, tramite iphone o macchine di vario tipo che possiamo vedere in qualsiasi centro commerciale, (reflex, mirrorless, compatte etc..)
La camera oscura è l’antenata delle macchine fotografiche ed ha origini molto antiche, il primo a descrivere il fenomeno di formazione di immagini sulle pareti fu Aristotele nel IV secolo a.c.
Successivamente sul finire del 1200 fu usata per studi astronomici, arrivando fino a Leonardo da Vinci che nel Codice atlantico ne descrive accuratamente la costruzione e il processo di funzionamento.
Lo scopo di Leonardo era di costruire una camera che producesse il buio completo all’interno, veniva praticato un unico foro su una parete e ci veniva posta una lente regolabile. Sulla parete opposta si proiettava un’immagine fedele e capovolta del paesaggio esterno, che poteva essere copiata ricalcando su un foglio di carta.
L’utilità della camera ottica era di semplice supporto alla pittura e all’artista, in quanto non c’era ancora un procedimento chimico in grado di trattenere l’immagine su un supporto sensibile alla luce, ma il suo funzionamento di base era molto simile a quello delle successive fotocamere e ingranditori da stampa.
Vennero realizzate varie versioni di questo strumento.
Nell’immagine sopra: l'artista in questo caso disegna l’immagine formata dalla lente e riflessa dallo specchio (m) sul vetro smerigliato, questa finezza consentiva di ribaltare l’immagine in modo da averla diritta sul vetro e poter ricalcare dal vivo.
Lo strumento venne usato dagli artisti per anni come supporto per riprodurre fedelmente nature morte, ritratti, paesaggi, prospettive, etc.. si aprì un nuovo mondo di possibilità.
La fotografia è sostanzialmente un mezzo per fissare l’immagine della camera oscura grazie all’azione della luce su sostanze fotosensibili.
Lo scienziato tedesco Johann Schultze nel 1727 pubblicò le sue scoperte negli atti dell’accademia degli scienziati di Norimberga, un composto di nitrato di calcio e carbonato d’argento era in grado di bloccare l’immagine elusiva della camera oscura!
I chimici di tutta Europa si affrettarono a ripetere l’esperimento, c’era infatti una grande richiesta di immagini da parte della borghesia, tutti richiedevano riproduzioni, si inventò la litografia, si rimise in voga la xilografia, così le immagini potevano essere ripetute all’infinito.
L’encyclopedie” di Diderot nel 1751 al capitolo ottica già inseriva la camera oscura. La pressante richiesta di ritratti da parte della borghesia fece nascere congegni meccanici atti ad eliminare il lungo tirocinio richiesto agli artisti e permettere a ciascuno di diventare se non artista, almeno disegnatore.
La pratica della silhouette prevedeva semplicemente l’abilità di disegnare un’ombra proiettata, il disegnatore tracciava il profilo del modello guardando attraverso un mirino mobile, questo era collegato per mezzo di leve ad uno stilo che registrava rimpiccioliti tutti i suoi movimenti su una lastra di rame inchiostrata, che consentiva la tiratura di molte copie, la tecnica venne chiamata physionotrace.
Susseguì a ruota la camera lucida nel 1807, guardando attraverso uno spiraglio centrale sul bordo del prisma l’operatore vedeva sia il soggetto che la carta, così poteva guidare la sua matita sull’immagine virtuale.
L’ansia di scoprire la realtà divenne febbrile, l’aiuto materiale della camera oscura e della camera lucida aveva portato l’uomo così vicino a una copiatura esatta della natura e alla soddisfazione dell’insaziabile sete di realtà che non gli era più possibile sopportare l’intrusione della matita guidata dall’uomo per colmare la lacuna. Soltanto la matita della natura doveva farlo.
La stessa idea ribolliva nella mente di molti; e la corsa alla scoperta continuava: bisognava far sì che la luce stessa fissasse l’immagine nella macchina senza doverla disegnare con la mano.