Progresso Fotografico è una rivista di fotografia fondata nel lontano 1894, nel contesto editoriale italiano erano presenti anche "Camera oscura" (di Prato), "Bullettino della società fotografica italiana" (Firenze), " Rivista fotografica universale" (Brindisi) .
Dimensioni: 29,5x21 cm
Data: 1979
Editrice: Progresso Fotografico
Il periodico viene fondato con lo scopo – dichiarato nella lettera di intenti rivolta ai lettori sul primo numero – di analizzare, descrivere e divulgare tecnologie e procedimenti fotografici attraverso un linguaggio che risulti semplice e comprensibile soprattutto per i dilettanti, dando anche spazio agli studi scientifici di chimica e ottica applicati al settore per i professionisti.
Tecniche, formule e procedimenti sono spesso pubblicati a puntate e ripresi da articoli tradotti delle più importanti riviste straniere coeve (come le francesi Le Progrès Photographique e Moniteur de la Photographie).
Per quanto concerne il concetto di arte fotografica, emerge da subito la diatriba tra i cosiddetti flouisti e nettisti. Mentre questi ultimi sostengono la meccanicità del medium e la conseguente resa puramente imitativa della natura, i primi, in linea con i dettami estetici della fotografia pittorialista, rifiutano la mera riproduzione del reale e la nitidezza dell'immagine fotografica, distanziandosi da esse attraverso tecniche di ritocco in fase di stampa, quali la gomma bicromata, il bromolio e la resinotipia, ottenendo delle fotografie visivamente simili a incisioni o ad acquerelli.
Dagli anni '50 in poi si accentua la presa di consapevolezza verso le potenzialità informative e comunicative dell'immagine fotografica, grazie allo spazio sempre più vasto dato ai reportage, il periodico tuttavia manterrà sempre una certa qualità di contenuti critici, affiancati da articoli di natura tecnica, in coerenza con gli intenti dichiarati sin dalla fondazione.
Il numero 10 del 1979 è dedicato ai giovani, alle loro richieste, ai loro problemi, al loro modo di operare all'interno del settore della fotografia. L'autrice dell'immagine in copertina è la romana Elisabetta Catamo.
Nella introduzione si legge: "Più che a strutture aperte, a disponibilità ampie, il giovane che oggi decide di dedicarsi alla fotografia si trova di fronte a dei ruoli predeterminati in modo rigido, stabiliti dagli altri, storicamente e culturalmente cristallizzati da un sistema che non tollera deviazioni."
Fra i giovani autori presentati c'è anche l'allora ventunenne Francesca Woodman che ci introduce al suo lavoro:
"Vorrei che le parole avessero con le mie immagini lo stesso rapporto che le fotografie hanno con il testo in "Nadja" di Andrè Breton. Egli coglie tutte le illusioni e i dettagli enigmatici di alcune istantanee abbastanza ordinarie e ne elabora delle storie.
Io vorrei che le mie fotografie potessero ricondensare l'esperienza in piccole immagini complete nelle quali tutto il mistero della paura o comunque ciò che rimane latente agli occhi dell'osservatore uscisse, come se derivasse della sua propria esperienza."